Come posare piastrelle di porfido, scrivo questa riflessione in quanto titolare di una ditta (Progetto Porfido Snc) che produce e posa in opera prodotti e manufatti di porfido trentino. Navigando sul web come per tutte le argomentazioni possibili ed immaginabili si trova di tutto un po, io purtroppo ho notato che in questi ultimi tempi ci sono siti che si “improvvisano” professionisti o presunti tali della posa in opera del porfido e credono con poche righe di “insegnare” come posare il porfido e questa professione a chiunque si voglia cimentare nella realizzazione di piccoli lavoretti, questo va riconosciuto è un bene per l’utente allo sbaraglio ma dargli le basi sbagliate è comunque deleterio soprattutto per quello che concerne la riuscita del lavoro ed in particolare la durata dello stesso che è poi la cosa più importante quando si va a fare un intervento di questo tipo.
Questo lo voglio precisare perché poi il detto comune di queste situazioni anomale è che il porfido “non va bene” o “non sta giù” “non resiste nel tempo”… invece la colpa principale di un lavoro non duraturo (indipendentemente dal materiale posato) è di una cattiva messa in opera, o meglio di una errata procedura della posa in opera, trattasi di pochi e semplici passaggi ma dimenticarne uno oppure farlo male compromette tutto il lavoro irrimediabilmente…
Come posare piastrelle di porfido trentino
- Predisporre un buon sottofondo possibilmente con pietrisco vibrato.
- Sopra al pietrisco si realizza una caldana di sottofondo con reti elettrosaldate annegate nel cemento magrone ma se si tratta di una piccola pavimentazione è possibile saltare questo passaggio e creare un unico massetto insieme alla malta utilizzata per la posa; disporre uno strato idoneo di malta (impasto di sabbia e cemento umido/bagnato) metterci sopra le reti e posarci sopra il porfido mettendolo in opera ancora con impasto di sabbia e cemento umido/bagnato (non asciutto come ho letto su qualche sito). Procedere di pari passo per evitare che lo strato sotto asciughi e quindi faccia doppio corpo non legando bene con lo strato sopra le reti.
- Il porfido deve essere pulito da impurità in particolare residui di terra (lavare prima le piastre oppure tenere a portata di mano un secchio d’acqua e una spugna per lavare all’occorrenza) spalmare la parte sotto del porfido (quella che va a contatto con la malta) con uno strato di “boiacca” (cemento quasi liquido) e poi allettare le piastre nella malta con l’aiuto di un martello di gomma fino a livellarle al piano finito.
Come fare la stuccatura finale
- Per fugare preparare un impasto di sabbia e cemento circa 50/50 (questa dose è indicativa e variabile a seconda delle situazioni) renderla quasi liquida aggiungendo acqua, poi versarla nelle fughe con innaffiatoio, aspettare che il cemento si assesti bene e poi prima che indurisca attaccandosi alle piastre di porfido pulire togliendo la parte in eccesso con l’aiuto di una cazzuola e poi rifinire con spugna e acqua (regolarsi sulla quantità di metri quadrati da fare). In realtà un posatore esperto distende la boiacca su tutta l’area da fugare e poi al momento giusto lava con acqua corrente ma sconsiglio vivamente chi è alle prime armi in quanto il lavoro di sigillatura è quello più importante e se fatto male compromette in maniera irrimediabile il risultato finale, sia estetico che funzionale.
Considerazioni finali
Queste sono poche righe scritte da chi questo lavoro lo fa da anni come professione e vogliono essere d’aiuto a chi si vuole informare per vari motivi su come posare piastrelle di porfido, nel sito trovate varie gallerie fotografiche di lavori realizzati con il porfido trentino se volete vedere altre foto di lavori realizzati dalla mia ditta visitate anche il sito ufficiale www.progetto-porfido.it
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